La
mia fenice è bruciata perché investita da vernice infiammabile, è morta fra le
lacrime dei suoi simili, non è rinata, l’opportunità sprecata, l'ha giocata
male.
Basta
un attimo e il mondo ti vomita addosso tutto ciò che tu vomiti addosso al
mondo.
Con
le ali ancora incollate ha cercato di decollare, nel cielo dipinto di nero, ha
provato a scappare, lo schianto su una quercia secolare, il dolore palpabile,
una scena da manuale, un impatto distante, una
pioggia di schegge, verso il mondo circostante, sopra il resto del
gregge che vestito di giallo sta passando inosservato ma il bottone ormai ha
schiacciato: autodistruzione, di massa o individuale? Siamo vittime del male…
Io
penso negativo perché sono ancora vivo e fino a quando sarò ancora vivo? Se
continuo così...
Riferimenti:
- La fenice
- L'ultimo respiro (BuonGusto)
- Sul suicidio e altri saggi morali (David Hume)
- Il suicidio. Studio di sociologia (Émile Durkheim)
- Penso positivo (Jovanotti)
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